lunedì 4 ottobre 2010

La Donna e il Bambino

Inverno.

Una strada corre solitaria verso il Vuoto.

La paura di un bambino non voluto, solo contro un mondo che non va.
Il terrore cieco, indomito. Un involucro di amore abbandonato su ciottoli senza nome.
Invano, il piccolo cerca una parola di conforto, un tiepido bacio, il seno della madre. Ma sulla nuda strada, lontano dallo sguardo del Mondo, soltanto il freddo gelido è lì con lui.

Le urla di una donna disperata, vittima di un destino costruito da altri. Le catene della sua mente si confondono tra i morbidi capelli. Le timide braccia sono conserte, salvo poi aprirsi quando uomini senza nome la posseggono.
Lo sguardo sofferente cerca invano amore nelle decine di occhi che ogni notte incrocia.
Ma un oggetto non può essere amato. Solo pagato.


D'un tratto, un pianto squarcia la notte cristallina.

La donna cammina, verso l'insolito suono.

I battiti del cuore rieccheggiano nella notte, mentre si china verso il piccolo.
Il pianto cessa.
Due occhioni incrociano lo sguardo della giovane donna.
E l'Amore entra impetuoso nel suo cuore.

Una lacrima cade, mente la Donna prende dolcemente in grembo il Bambino.
Lo accarezza affettuosa, lo culla e lo bacia.

Emozioni di felicità proibita, di gioia senza fine.

Il piccolo piange ancora un po', poi si cheta, ossevando la strana figura. Sente nel profondo del suo cuore Amore.

La Donna lo bacia di nuovo, poi inizia a cantare.


"ninna nanna mamma, tienimi con te...
nel tuo letto grande solo per un po'...
una ninna nanna io ti canterò...
e se ti addormenti, mi addormenterò..."

Vaghi ricordi affiorano nel cuore della Donna.
Una madre affettuosa, un letto tiepido. Un Amore piccolo come un sassolino, ma grande com il mondo...

Il vento la accarezza, la culla, le asciuga le lacrime da tempo dimenticate.

"dormono le case, dorme la città...
solo un orologio suona e fa tic tac..."

Dei fari illuminano la strada. Il ruggito di un motore in lontananza.

La Donna alza lo sguardo. Un peso inizia a schiacciarla.
 


"anche la formichina si riposa ormai...
ma tu sei la mamma e non dormi mai..."

La Macchina si avvicina sempre più. Il Bambino si agita, ma lei lo stringe a sè ancor più forte.

"ninna nanna mamma, insalata non ce n'è...
sette le scodelle sulla tavola del re..."
 
La Macchina si ferma a pochi metri da lei. Aspetta paziente la sua preda.
La Donna guarda il piccolo, che risponde allo sguardo con gli occhietti socchiusi.

"ninna nannamamma ce n'è una anche per te...
dentro cosa c'è? solo un chicco di caffè..."

Il Bambino dorme ormai sereno. La Donna lo guarda, ricolma d'Amore.
Lo bacia sulla fronte, dolcemente. Il battito del suo cuore si confonde con quello timido del piccolo, ebbro di felicità.

La Donna alza lo sguardo.
La Macchina, una sagoma nera pronta a possederla, la osserva, e il Freddo la travolge.

La Donna guarda il bambino, che dorme placido e inconsapevole.
Poi guarda la macchina.

Amore. Paura. Amore. Freddo. Amore. Disperazione.

Sa che quel sogno effimero appena vissuto è destinato a scomparire ai primi raggi del sole mattutino.

Sa che davanti a sè c'è la sola, unica, vera realtà.

Posa dolcemente il Bambino sulla nuda terra.
Gli sfiora la guancia con un ultimo bacio.

E ormai sola nel buio che la possiede, piange.